Latest Entries »

Come le mele….

Le ragazze sono come le mele sugli alberi Le migliori sono nella cima dell’albero. Gli uomini non vogliono arrivare alle migliori, perchè hanno paura di cadere e ferirsi. In cambio, prendono le mele marce che sono cadute a terra, e che, pur… non essendo così buone, sono facili da raggiungere. Perciò le mele che stanno sulla cima dell’albero, pensano per sè, che qualcosa non va in loro, mentre in realtà “esse sono grandiose”. Semplicemente devono essere pazienti e aspettare che l’uomo giusto arrivi, colui che sia cosi coraggioso da arrampicarsi fino alla cima dell’albero per esse. Non dobbiamo cadere per essere raggiunte, chi avrà bisogno di noi e ci ama, farà di TUTTO per raggiungerci….Visualizza altro
Allora, premettendo che stiamo parlando di un uomo che amiamo, per viverci bene insieme
FATE COSI’…
1) Se volete qualcosa da un uomo, chiedetegliela, non sperate che si applichi a capire i sottointesi, per poi rimproverarlo di non averli capiti, voi vi sentireste incomprese e lui pure.
2) Se volete qualcosa che non vi vuole dare, usate la dolcezza, oppure pretendetela, siate anche prepotenti, ma mai subdole, e mai lamentose, gli uomini odiano i lamenti e i sotterfugi, ed io pure. 3) Durante un litigio siete autorizzate a usare anche la violenza, ma mai il vittimismo, e mai le lacrime.
4) Non rimproverategli parole o fatti avvenuti nel passato, per loro sono in un’altra dimensione, gli uomini hanno memoria corta e veramente non se ne ricordano più.
5) Quando un litigio termina, è terminato, non state a rinvangarlo per mesi, non conviene a nessuno, e per quanto grave sia stato, se siete ancora insieme, vuol dire che avete deciso di continuare, e allora continuate al meglio.
6) Siate categoriche solo se realmente volete dare un aut aut, se invece sapete che è una finta evitate, potreste avere brutte sorprese. Ugualmente, se ci avete ripensato, e siete sicure di voler tornare sui vostri passi, non mantenete le posizioni per puntiglio, è sciocco. Che importanza ha chi fa il primo passo??? L’importante è risolvere, e tornare a essere contenti.
7) I suoi spazi, sport, hobby, sono importantissimi per lui, come dovrebbero esserlo anche i vostri per voi, se avete la fortuna di condividere qualche passione ben venga, altrimenti che ognuno si coltivi i suoi, non c’è niente di sbagliato nell’avere interessi diversi, anzi è stimolante. Chiedergli di rinunciare alla partita per accompagnarvi per negozi proprio quel giorno, è stupido e infantile, andateci con le vostre amiche.
8) Mantenete una certa autonomia, di spazi, di orari, d’interessi, di amicizie. E’ salutare, ed è fonte di arricchimento per entrambi. Non rinunciate a tutto come forma di ricatto, per avere la pretesa che lui faccia altrettanto, la coppia chiusa è una gran rottura di palle!! Ed è destinata o a scoppiare, o a una noia mortale.
9) Se v’incontrate per poche ore al giorno, non assalitelo immediatamente con tutti i vostri problemi, figli casa lavoro, manifestate per prima cosa la gioia di rivederlo, il tempo per parlare del resto viene dopo.
10) Dategli un posto da vivere, caldo accogliente e comodo, dove possa sentirsi libero, se avete una casa grande sarà facile, se è piccola, privilegiate il “voi” agli ospiti.
11)  Se siete gelose, c’è un unico modo per difendervi. Da qualche parte ho letto una citazione azzeccatissima “gli uomini sono come i cani, se vogliono trombare e non c’è a portata di mano una cagna, si trombano il gatto, se non c’è il gatto, si trombano la gamba del tavolo.” Quindi voi o li legate, o lì mandate in giro solo a canna completamente scarica, talmente scarica che non gli passi proprio per la mente di poterlo rifare a distanza di poco. In poche parole non fate le difficili, e poi se vi piace e lo amate, perchè dovreste???????
12) Create, create, create. Atmosfere, entusiasmi, trasgressioni, idee, non esiste l’amore eterno, esiste il re-innamorarsi continuamente della stessa persona.
GLI UOMINI ODIANO
1) Le lacrime (li imbarazzano) 2) Il vittimismo (lo detestano, si sentono ricattati e vi odiano.) 3) Le urla 4) L’isterismo 5) La biancheria intima trascurata 6) Le donne trascurate in genere 7) I capelli corti 8) Le tette rifatte (non ve lo diranno mai, ma è così.) 9) I collant (meglio autoreggenti o fantasmini, a seconda del caso) 10) La biancheria da notte tipo polo nord (mettete meglio 2 piumoni, ma camice da notte che sembrino abiti da sera.)
Molti di questi punti possono sembrare banalità, soprattutto quelli esteriori, ma vi garantisco che sono importantissimi, e che frequentemente vengono dimenticati dopo i primi tempi di una relazione stabile. Niente di più sbagliato, io non dico che non bisogna rilassarsi mai, ma la cura verso se stessi è, oltre che amor proprio, dimostrazione d’amore verso il partner, è come se non ci interessasse più di piacergli. E quasi sempre insieme alla forma si va a far benedire anche la sostanza di un rapporto. In poche parole, se la casa è perfetta, la cena da cinque stelle, ma voi siete scarmigliate e di malumore, lui preferirebbe 1000 volte di più di trovarsi in un pub a mangiare un panino con una donna curata e allegra, e scommetteteci che prima o poi lo farà.
Sono le donne difficili quelle che hanno più amore da dare, ma non lo danno a chiunque. Quelle che parlano quando hanno qualcosa da dire. Quelle che hanno impar…ato a proteggersi e a proteggere. Quelle che non si accontentano più. Sono le donne difficili, quelle che sanno distinguere i sorrisi della gente. … Quelle che ti studiano bene, prima di aprirti il cuore, che non si stancano mai di cercare qualcuno che valga la pena. Quelle che vale la pena. Sono le donne difficili, quelle che sanno sentire il dolore degli altri. Quelle con l’anima vicina alla pelle, che vedono con mille occhi nascosti. Quelle che sognano a colori. Sono le donne difficili che sanno riconoscersi tra loro. Sono quelle che, quando la vita non ha alcun sapore, danno sapore alla vita. (“Prigione” di Ndjock Ngana Yogo)

L’amore non è solo una grande passione, anche se la passione è sempre necessaria. L’amore nasce sempre dopo. Dopo la passione e dopo il desiderio. Dopo la tristezza e dopo la noia. Quando ci rende conto che, nonostante tutto, è solo con lui che si riesce ad essere autenticamente se stessi, è solo con lei che si è liberi di essere veramente quello che siamo. Imperfetti e pieni di manie. Difficili. Talvolta anche insopportabili. Sapendo che l’altro non ci apparterrà mai nonostante gli sforzi che possiamo fare per tenerlo sempre accanto a noi. Vincolati a un desiderio che è sempre desiderio di altro, come direbbe Jacques Lacan, rispetto a ciò che una persona ci può dare.
L’amore, a differenza delle “relazioni con il tagliando” di cui parla Zigmunt Bauman denunciando l’usa-e-getta che caratterizzerebbe oggi i rapporti di coppia, è fatto di abbandono all’altro e di fiducia reciproca: nasce quando si accetta di lasciarsi andare, scommettendo che l’altro non approfitterà delle nostre debolezze e delle nostre fragilità; si nutre della quotidianità e delle abitudini, quando si capisce che l’altra persona ci accetta così come siamo; resiste alle difficoltà della vita e dura anche quando, per un motivo o per un altro, ci si allontana.
L’essenza dell’amore è la libertà. Libertà di essere se stessi. Libertà di sbagliare e di farsi male. Libertà di rompere tutto e di ricominciare. Libertà di aver paura che tutto finisca, di fare di tutto perché non accada, di alzarsi il mattino sperando di ricevere qualcosa, di accettare di non ricevere niente. Mille e mille volte. Sempre di nuovo. Per sempre.

di Michela Marzano “L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore”

NON SI SMETTE DI GIOCARE QUANDO SI DIVENTA VECCHI, SI DIVENTA VECCHI QUANDO SI SMETTE DI GIOCARE.

Alla prova dei fatti gli italiani possono finalmente dire che i Tecnici governanti non possono farci rimpiangere i Politici governanti, ma per un solo motivo: non si vede differenza in quanto sono ugualmente pressappochisti e lontani dalla consapevolezza di cosa sia la vita quotidiana dei «comuni cittadini». Dopo che in ogni discorso o intervista i ministri in coro deprecano la drammatica situazione occupazionale dei giovani, dopo che lo stesso Presidente del consiglio spiega quasi ossessivamente che questa è, dopo il riordino dei conti pubblici e il conseguente stravolgimento di quelli privati, la più urgente e drammatica questione cui rispondere, dopo che il compianto Padoa Schioppa spiegò che «i bamboccioni» non si scollavano da casa di mamma e papà e che voci furenti si levarono per far notare che è difficile farsi casa senza lavoro, ecco che d’ufficio si decide che chi, al di sopra dei 26 anni ancora occupa una stanza o un letto nella casa di famiglia è un parassita e quindi ai genitori, evidentemente incapaci di mettere la prole fuori della porta, non spetta alcuna detrazione. Vogliono viziare i figli? Vogliono tenerseli stretti? Ebbene, hanno pensato o nostri brillanti tecnici (tutti con brillante ed indipendente prole), peggio per loro! Gli sfizi, si sa, si pagano, così si educa tecnicamente il popolo a smetterla col mammismo. La vicenda degli “esodati” (orrendo tecnico neologismo) è un ulteriore tassello dei prodigi della tecnica al potere, così come la tregenda di coloro che, volendo riunificare i contributi pensionistici versati a più enti per aver virtuosamente praticato nella loro vita lavorativa la corrente di pensiero così simpaticamente enunciata da Monti su quanto sia noioso «il posto fisso», si sentono richiedere dall’Inps cifre folli che mai potrebbero avere. Ma anche qui i tecnici hanno la loro ricetta: il posto fisso è noioso ed il sistema pensionistico retributivo è bellissimo. Il prezzo dei carburanti è anch’esso meraviglioso perché fa riscoprire il gusto di passeggiare e migliora la qualità dell’aria. In fondo di questo si tratta: il compito principale dei tecnici è saper orientare il popolo eticamente ed esteticamente. Dare un modello di vita diverso dai corrotti partiti dove ogni giorno vien fuori qualcuno che scappa con la cassa: mai si è visto un tecnico abusare del finanziamento pubblico, anche perché i tecnici non ce l’hanno, ma anche se l’avessero non succederebbe perché la politica è ormai al minimo livello di credibilità, lo ha detto anche Monti ai cinesi che assentivano gravemente. I tecnici invece sono sempre più incredibili, qualunque sia il senso semantico che volete dare a questo aggettivo.

All’ospedale san Filippo Neri di Roma, il 31 marzo scorso, a causa di un incidente all’impianto che permette la conservazione di materiale biologico, sono andati perduti 94 embrioni, 130 ovociti e 5 campioni di liquido seminale. Ecco come presumibilmente risponderebbe sull’argomento la massima esperta del ramo Eros e Concepmento, ossia la signora Afrodite:

«Cari omettini, sappiate che simili orrori non potrebbero accadere se non mi aveste accoppata da un pezzo. Purtroppo io stessa mi sono a lungo illusa che l’annucio della mia morte fosse una sciocca esagerazione. In fondo (mi dicevo) fin quando i mortali verranno concepiti nel solo modo che piace a me, e per riprodursi dovranno continuare ad accoppiarsi, e potranno dunque dirsi, come tutti gli esseri viventi, figli del desiderio e della voluttà – ebbene, fino a quel giorno, checché si dica, io sarò viva. Ma ora che avete imparato a riprodurvi anche senza copulare, devo ammettere di essere finita. «Ma non crediate che sia disperata. Non sono nemmeno arrabbiata. Sono semplicemente nauseata. Giacché nulla mi sembra più stomachevole di quelle macchinose porcherie che oggi vi permettono di far figli a qualsiasi prezzo. Anche contro il volere degli dèi. Ossia anche a costo di infrangere e sfigurare le sacre leggi della natura. «Ah, voi tutti non potete immaginare che schifo mi fanno quelle ridicole confricazioni di ovociti e spermatozoi che squadre di orrendi guardoni in camice bianco, dopo averli estirpati chissà come dai grembi di uomini e donne che a volte neanche si conoscono fra loro, fanno accoppiare nei loro spettrali alambicchi. Ovviamente non ignoro che queste mie parole vi sembreranno la lagna di una gloriosa puttana celeste che fu onorata proprio per la sua dissolutezza. Ricordatevi, però, che la mia famosa lascivia fu sempre legata intimamente all’amore. Desiderio, amplesso, voluttà, concepimento, nascita: questi per me sono anelli di un sola e medesima collana. La collana, appunto, dell’Amore e della Vita. Che ho sempre onorato incitando tutti gli animali della terra, del mare e del cielo, a non spezzarla mai. Ossia a riprodursi accoppiandosi un po’ dovunque: sui monti, fra le onde e sulle rive; sui prati, sugli alberi e sugli scogli; nei campi, fra le nubi e sottoterra. E permettendo anche a voi di farlo dove di pare: al chiuso e all’aperto, a letto e in automobile, in treno e persino in astronave. «A volte vi ho consentito di farlo anche nei templi e nelle chiese. Ma non in quelle fiale dove i poveri gameti sono indotti a tastarsi e strofinarsi senza nessun diletto, davanti a sciami di sanitari! O dove un’unica cellula, divelta da un solo organismo, viene poi manipolata in uno squallido isolamento! Tutto questo è veramente disgustoso. E trovo criminale far venire al mondo dei bambini che un giorno apprenderanno di esser nati non da un abbraccio amoroso ma da una tresca in provetta». Molto naturalmente ci ha stupido constatare come su questo argomento le idee di una porcellona pagana possano essere persino, diciamo così, più conservatrici e intransigenti di quelle di tanti moderni cristiani. E persino di tanti teologi. Molti dei quali – sarà forse superfluo ricordarlo – hanno sempre visto in Afrodite una svergognata diavolessa. Ma proprio per questo, dopo aver fedelmente registrato questo suo predicozzo immaginario, non mi sembra inopportuno offrirlo all’attenzione di tutti gli esperti di bioetica.

Fuoco liquido

Se ti capitasse di andare allo Yosemite national park, in California, potresti vedere una cascata di oro rosso. Al tramonto, alza lo sguardo sulla parete orientale dove c’è una formazione rocciosa chiamata El Capitan, e vedrai quello che sembra un fiume di fuoco verticale, noto con il nome di Horsetail fall.

Caro Francesco Alberoni, la prossima volta non potrai sfuggirmi. Sono troppe le domande che vorrei farti. Per esempio vorrei sapere cosa pensi di quello che mi disse un giorno qualcuno: se vuoi distinguere una coppia sposata da una non sposata, basta che li osservi mentre sono a cena fuori. La coppia sposata sarà quella che non aprirà bocca, che non si guarderà negli occhi, che rimarrà seria tutto il tempo, o incollata al Blackberry. La coppia non sposata sarà tutto l’opposto: risate, sguardi, chiacchierate e parole dolci. Morale: per salvaguardare l’amore bisogna evitare il matrimonio. Francesco, tu cosa pensi? Può esserci amore anche nel matrimonio? Sono troppi i casi a cui assisto che mi fanno pensare il contrario, anche se so che dovrebbero bastarmi le eccezioni che conosco a confermare la regola. Ma non è così. Non posso evitare di ammettere il trauma psicologico che, inconsciamente, questa osservazione sul matrimonio, che mi fece chissà chi, mi ha provocato. Questo chissà chi sarebbe da perseguire penalmente per danni morali. A me, a cui “matrimonio” è sempre parsa una delle parole più belle del mondo. Sono, forse, stata vittima inconsapevole di Walt Disney? Forse, Cenerentola, Biancaneve, La bella addormentata, sono stati modelli sbagliati? È forse vero che il matrimonio non è la culla dell’amore ma la sua tomba? Ma poi, questo amore, che cos’è? Forse è vero, bisogna liberarsi dai sogni hollywoodiani e disneyani, niente “e vissero felici e contenti”, niente “voglio invecchiare con te”, niente “per sempre”. Forse dovrei smettere di guardare ripetutamente film come The Notebook pensando che la realtà dell’amore sia così. E poi, è forse vero che il matrimonio distrugge la felicità e ti condanna al silenzio eterno? Francesco, vorrei che mi dicessi di no e mi spiegassi il perché, dall’alto della tua sapienza a cui mi inchino umilmente. Ti dirò anche che negli anni, poi, ho raccolto tante altre osservazioni che hanno fatto da contraltare a quella brutta prospettiva di chissà chi. Un’altra persona, infatti, un giorno mi disse: “Laura, ricordati che si ama qualcuno e lo si sposa per allegria”. D’accordo. Sono convinta che per vivere felicemente sia necessario ridere. Poi qualcun altro mi disse anche: “Devi amare e sposare qualcuno con cui hai delle cose in comune”. Sì. E poi? “Il matrimonio è una magnifica avventura”. Bello, bellissimo. Però non mi soddisfano tutte queste risposte. Manca qualcosa. Insomma, chi te lo fa fare di sposarti qualcuno per sempre? E come fai a capire se è proprio lui quello giusto? Non esiste un misuratore, tipo quello di Mary Poppins, che dica “Praticamente perfetto sotto ogni aspetto”? Un giorno, poi, lessi il libro di Costanza. Anzi, lessi prima il retro del libro “Che c’è dopo il bacio finale? Qualcuna sa che si può essere felici persino con il marito?”. E dal retro passai in un batter d’occhio al contenuto, e divorai mezzo libro in libreria, ridendo sguaiatamente ogni tre per due, sotto lo sguardo indispettito della commessa e degli astanti. Ecco, vorrei che tu gli dessi un’occhiata a quel libro, se non l’hai già fatto. Vorrei sapere cosa ne pensi e confrontarmi un po’ con te. Vorrei sapere cosa pensi, per esempio, quando Costanza scrive: “Ma a che serve vivere se non costruisci qualcosa che ti superi?”. E poi ancora: “[…]nel pacchetto completo del matrimonio c’è quella dedizione totale che ogni cuore pretende. C’è qualcuno a cui puoi far vedere tutto di te, e lo stesso sentirti amata.”. Prosegue: “Il matrimonio è divertente, è naturale, risponde ai nostri bisogni e ai desideri di felicità”. Che ne pensi tu Francesco?

Auguri donne!

Ricordatevi che uno strato di polvere protegge i mobili…
Una casa è più bella se si può scrivere “ti amo” sulla polvere sul mobilio.
Io lavoravo 8 ore ogni fine settimana per rendere tutto perfetto, “nel caso venisse qualcuno”. Alla fine ho capito che “non veniva nessuno”, perché tutti vivevano la loro vita passandosela bene !!!
Ora, se viene qualcuno, non ho bisogno di spiegare in che condizione è la casa: sono più interessati ad ascoltare le cose interessanti che ho fatto per vivere la mia vita.
Caso mai non te ne fossi accorta… la vita è breve, goditela!
Fa’ pulizia, se è necessario…
Ma sarebbe meglio dipingere un quadro, scrivere una lettera, preparare un dolce, seminare una pianta, oppure pensare alla differenza tra i verbi “volere” e “dovere”.
Fa’ pulizia, se è necessario, ma il tempo è poco…
Ci sono tante spiagge e mari per nuotare, monti da scalare, fiumi da navigare, una birretta da bere, musica da ascoltare, libri da leggere, amici da amare e la vita da vivere.
Fa’ pulizia, se è necessario, ma…
C’è il mondo là fuori: il sole sulla faccia, il vento nei capelli, la neve che cade, uno scroscio di pioggia… Questo giorno non torna indietro…
Fa’ pulizia, se è necessario, ma…
Ricorda che la vecchiaia arriverà e non sarà più come adesso.. E quando sarà il tuo turno, ti trasformerai in polvere.